A Barano si dimenticano del 4 novembre
di Luigi Balestriere
BARANO. Amnesie su amnesie. Ieri era il 4 novembre, ma non per Barano. Nel senso che è stato un giorno qualunque, solo il numero 308 dell’anno e non l’anniversario della commemorazione dei Caduti di tutte le guerre, dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Non una questione di calendario, di aspetti scenografici, ma di valori, di ideali. Inquietante e disarmante segno dei tempi. Un labirinto di distrazioni in cui l’Amministrazione Comunale è rimasta intrappolata spesso, così come negli anni scorsi. Tradizione, quindi, rispettata.
Ieri nemmeno un fiore è stato deposto al Monumento ai Caduti di Piazza San Rocco, il simbolo del cuore di Barano da ottantanove anni e tutti portati benissimo. Peccato che, però, questa indifferenza sia un duro schiaffo a quei militari baranesi che hanno perso la vita per la Patria, per l’Italia.
Fu costruito nel 1927 quando Barano era in camicia nera e che ricorda i sessantuno morti (tra ufficiali, sottufficiali e militari di truppa di Esercito e Marina) del Comune della Baia dei Maronti durante la prima Grande Guerra.
Ieri, quel piccolo recinto ottogonale che ricorda un’epoca, è stato almeno ripulito. Un segno di decoro urbano e niente più.
Negli anni scorsi era ara di cerimonie con rappresentanti delle istituzioni e delle Forze Armate, della Chiesa, con il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole e dei cittadini. La posa della corona d’alloro era il segno del rispetto, del ricordo, la firma della memoria. Oggi, invece, quella dell’oblio.
Ieri nemmeno un pensiero, un simbolo di partecipazione. Eppure il 4 novembre 1918 aveva termine il 1° conflitto mondiale – la Grande Guerra – un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l’inizio del ’900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali.
E’ la data, che celebra la fine vittoriosa della guerra, commemora la firma dell’armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l’Impero austro-ungarico ed è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate. «In questa giornata s’intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi», scrive il portale dell’Esercito Italiano.
Sì, appunto, il ricordo. Proprio quello che a Barano, per una terapia scarsa di fosforo, hanno snobbato. O non sentito il dovere di ricordare.