CULTURA & SOCIETA'

A 96 anni Don Camillo D’Ambra celebra in Cattedrale la messa dell’epifania: così il sacerdote ferma il tempo e fa rivivere le omelie da giovane prete del borgo

QUELLA MESSA DEI BAMBINI DELLA PARROCCHIA NEL PRIMO IMPEGNO SACERDOTALOE IN CATTEDRALE - Lo storico ed indimenticabile parroco della Chiesa Cattedrale Don Vincenzo Cenatiempo negli anni ’50 affidò a Lui l’incarico di dire messa e spiegare con semplicità di linguaggio il vangelo della domenica ai piccoli ed a noi un poco più grandicelli fedeli della parrocchia

Don Camillo D’Ambra, 96 anni, lucido e saldo davanti all’Eucarestia, al di là della balaustra dell’Altare Maggiore della Cattedrale a celebrare la messa dell’Epifania dell’anno del Signore 2022, ci rammenta scene lontane di quando eravamo bambini raggruppati negli scranni a poca distanza dalla sua posizione di officiante ad ascoltare le sue prime omelie di giovane sacerdote mite ed “angelico” del Borgo, pronunciate su misura per ragazzini della nostra età presenti e accompagnati dai genitori o sorelle o fratelli più grandi alla rituale messa dei bambini che si teneva alle 8,30 del mattino di ogni domenica e giorni festivi di precetto in Cattedrale. Erano facili ed aperti sermoni quelli di Don Camillo, che già alle prime esperienze di predicatore, apparivano ricchi di contenuti dai pensieri profondi che riuscivano a richiamare anche l’attenzioni dei fedeli adulti presenti in chiesa.

Lo storico ed indimenticabile parroco della Chiesa Cattedrale Don Vincenzo Cenatiempo affidò a lui l’incarico di dire messa e spiegare con semplicità di linguaggio il vangelo della domenica ai piccoli ed a noi un poco più grandicelli fedeli della parrocchia. Fu una scelta davvero felice di Cenatiempo, perche il rapporto di simpatia e di ammirazione che si creò da subito tra noi ragazzi della messa mattutina dei bambini e Don Camillo, andò oltre il tempo e continua ancora oggi che insieme siamo invecchiati, anche se don Camillo un pò in più. Ma siamo ancora qui: Don Camillo a celebrare la messa del mattino in Cattedrale e noi a seguirlo attratti come prima e più di prima dalle sue prediche belle e rassicuranti sempre ad indicarci la strada giusta della vita. “La perla del clero d’Ischia”, così lo definì, l’indimenticabile Mons. Massimino Lauro ultimo parroco della Chiesa Cattedrale di Ischia Ponte,, nel suo breve ma lapidario discorso un po’ di anni fa, in occasione del suo 60° anniversario di sacerdozio “. Mons. D’Ambra, per tutti Don Camillo, ha scritto il prof. Michele D’Arco, ha inalberato l’umiltà tra i suoi ideali cui si è sempre ispirato”. Nell’omelia tenuta la scorsa mattina del 6 gennaio la scorso, non poteva discostarsi dal suo consueto stile.” Se ho raggiunto questa età, ha affermato candidamente Don Camillo, debbo essere grato particolarmente alla Madonna che fin dall’infanzia ho venerato ed amato come la liberatrice del popolo nostro”. “Chiedo perdono a tutti, ha inoltre detto il vegliardo sacerdote ischitano, se a volte ho deluso le aspettative, se ha fatto difetto la generosità, se ha scarseggiato la gioia”. “Ho fatto molte cose”, ha detto testualmente, riferendosi agli incarichi ricoperti, facendo chiaramente capire che egli in questi anni è stato uno strumento nelle mani del Signore al quale ha docilmente piegato la sua volontà”.

Don Camillo d’Ambra è nato a Ischia il 4 novembre del 1925. Le tappe del suo lungo cammino, dello intero percorso di umile sacerdote al servizio della Chiesa hanno preso avvio dal Seminario di Ischia dove vi entrò da seminarista in erba nell’ottobre del 1936 per uno spiccato senso di vocazione al sacerdozio. Vi rimase cinque anni per poi passare al Seminario Regionale di Salerno, dove nei sette anni di sua permanenza compì gli studi liceali e teologici. Don Camillo D’Ambra fece ritorno nella sua amata Ischia nel 1948 dove fu ordinato sacerdote a 23 anni per mano e con la benedizione del Vescovo Sua Ecc. Mons. Ernesto De Laurentiis prima del tempo necessario nel giorno di San Camillo, per dispensa papale.. La sua prima messa Don Camillo la celebrò nella Chiesa dello Spirito Santo ad Ischia Ponte. Dal 1948 al 1951 fu Prefetto del Seminario di Ischia, dal ’51 al ’61 ha ricoperto la carica di vice bibliotecario dell’Antoniana, poi bibliotecario ufficiale. Inoltre Don Camillo dal 1961 è stato Cancelliere nella Curia Vescovile, nel luglio dell’estate del 1967 il Vescovo Dino Tomassini lo nomina Canonico Penitenziere del Capitolo Cattedrale, il 3 marzo del 1968 lo stesso vescovo Dino Tomassini lo nomina Parroco della Cattedrale quale successore dello scomparso Cenatiempo. In fine è Rettore dell’Arciconfraternita Santa Maria di Costantinopoli dove attualmente è ancora con Don Carlo, l’anima della vetusta e gloriosa istituzione e riceve per mano del sindaco Cesare Mattera la cittadinanza onoraria del Comune di Serrara Fontana.

Con profonda umiltà Don Camillo ha vissuto da protagonista queste vicende diventando sempre più un approdo sicuro per quanti smarriti e delusi dagli effimeri miraggi del mondo hanno trovato in lui il consigliere e il confessore attento e scrupoloso. Ancora oggi dispensa la sua illuminata saggezza nel segreto del confessionale a chi è desideroso di ritemprarsi e guardare oltre le difficoltà e gli errori nella vita. Ma accanto alla figura dell’umile sacerdote, ai più sfugge quella che è una sua profonda, naturale inclinazione. Mons. Camillo d’Ambra ha coltivato con costanza e dedizione la ricerca storica tanto da essere stimato esperto indiscusso in materia di storia della Diocesi d’Ischia. Questo aspetto, convivendo con la sua personalità schiva e mai portata al protagonismo, tipico dei tempi che viviamo, dove si privilegia più l’apparire che l’essere, non è molto conosciuto da larga parte dei nostri distratti concittadini. Mons. d’Ambra ha investigato con certosina pazienza e raffinata competenza la storia della Chiesa di Ischia che nella fattispecie diventa storia locale, convivendo ambedue in perfetta simbiosi. Quindi storico e ricercatore, coordinatore dell’archivio e della biblioteca diocesana, dove in eleganti e moderni ambienti è stato ordinato quanto frutto di lunghe e pazienti ricerche. Senza la sua opera tanti documenti sarebbero andati inesorabilmente dispersi. Auguri di cuore Don Camillo. “L’Isola d’Ischia, ha scritto inoltre il prof Michele d’Arco, ringrazia il Signore per il dono della sua presenza operosa, perla rara in un mondo che vive la sua difficile transizione e gli augura ancora tanti anni di proficua attività per il bene di quanti, e sono tanti, attendono la “Parola” guida per il loro cammino”.

Don Camillo D’Ambra da paziente ed impareggiabile storico, aveva raccolto il testimone dal suo grande maestro mons. Onofrio Buonocore, fondatore delle prime scuole secondarie dell’isola e della Biblioteca Antoniana, unico, vero presidio culturale dell’isola. Da lui aveva appreso i primi rudimenti ed era scoppiata la vocazione per la ricerca storica. In quell’angolo bellissimo dello slargo S.Antonio, di fianco al convento omonimo, nacque il primo tentativo di mettere insieme quanto era possibile offrire in quei tempi eroici. Fu lì che Don Camillo si fece le ossa per ereditare, alla morte del suo maestro, quella istituzione che condusse con garbo, zelo e profonda dedizione. Lasciò quando le nuove incombenze, conseguenti alla nomina di Cancelliere Vescovile, non gli permisero di continuare. E l’Antoniana ebbe un lungo periodo buio. Tra le varie pubblicazioni che egli ha prodotto, per la verità sempre dietro forti pressioni dei suoi estimatori – ricordo le accorate esortazioni del compianto Vescovo Antonio Pagano – emerge un’opera fondamentale che è pietra miliare per quanti amano la storia e cercano lumi per guardare meglio ai difficili tempi attuali cercando, nel contempo, di scrutare il futuro. E’ del 1998 l’opera “Ischia tra Fede e Cultura. Storia dell’isola verde attraverso i suoi Vescovi”, pubblicata su iniziativa del Rotary Club dell’Isola d’Ischia, allora presieduto dal dott. Carmine Barile. Nella prefazione mons. Pietro Buonocore scriveva; “c’è in lui il ricercatore instancabile e tenace e lo storico attento e scrupoloso nel dare ad ogni notizia il suo autentico valore e significato…Accanto allo storico e al ricercatore abbiamo il letterato, lo scrittore forbito non senza qualche spunto di sana e piacevole ironia….E’ l’uomo di Dio che guarda la storia, cammino dell’umanità e della Chiesa con spirito soprannaturale…con una grande convinzionedi fede e di amore per la missione del popolo di Dio”. L’opera era già stata pubblicata a puntate sul giornale Ischia Mondo ed il sottoscritto da direttore della testata, ne rimarcò l’eccezionalità che consentì di dare un assetto completo alle vicende storico-religiose della Diocesi di Ischia.

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Speciale Reportage Fotografio Giovan Giuseppe Lubrano

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