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Lavoratori Eav trasferiti, l’ira del PCIML

DI DOMENICO SAVIO

Consideriamo fondamentale una premessa alle ragioni di questo scritto. Nella società capitalistica – dove chi comanda è il capitale privato e pubblico proveniente dai sacrifici di vita imposti alla classe lavoratrice operaia e intellettuale –, governata dai partiti e movimenti della borghesia di centrodestra, centro e centrosinistra e finanche da false organizzazioni comuniste, i lavoratori dell’industria, dell’agricoltura, del commercio, dei servizi e di tutte le altre attività sociali pubbliche e private sono considerati solo strumenti di sfruttamento e di repressione sociale nel corso della loro vita.

Contribuiscono a mantenere lo stato di dipendenza padronale della maggioranza dei lavoratori le loro divisioni, la cultura borghese dell’egoismo, dell’individualismo, dell’arrivismo, del carrierismo, dell’apparire servizievoli verso i potenti sperando di trarne un vantaggio personale, dello spreco del voto politico e sindacale per propri tornaconti, del crumiraggio, della delazione, del timore di esporsi, eccetera, tutti mali dell’emancipazione politica e del progresso sociale dell’umanità generati dall’ordinamento capitalistico della società e assimilati dagli sfruttati ancora privi di una coscienza di classe per sé.

In tale contesto sociale capitalistico la classe lavoratrice e i lavoratori presi singolarmente sono solo delle semplici macchine produttrici di profitti, di arricchimento della classe padronale e di mantenimento parassitario del sistema di sfruttamento del genere umano da parte del capitalismo e dell’imperialismo. Qui i lavoratori non sono protagonisti dell’organizzazione della produzione, del programma di investimento, delle condizioni di lavoro, degli orari di lavoro, delle pause durante l’attività lavorativa, degli obiettivi della produzione, della consistenza dei salari e degli stipendi, del godimento del tempo libero disponibile, come riposi e ferie, delle misure di sicurezza e di prevenzione degli incidenti, eccetera.

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Tali conquiste di vita e di superiore civiltà umana si possono vivere solo nella società prima socialista e poi comunista, dove governano e comandano i lavoratori, dove i padroni pubblici e privati sono stati sconfitti ed espropriati del loro potere e dove regnano il governo e la democrazia della classe lavoratrice operaia e intellettiva.

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Ciò doverosamente premesso da parte di un dirigente e di un Partito comunista che con la loro attività ideale e politica cercano con grande modestia di contribuire all’emancipazione politica del movimento operaio nazionale e internazionale, possiamo affermare che quanto è avvenuto in passato e ancora avviene attualmente nelle aziende del trasporto pubblico e privato in Italia – da quello ferroviario a quello automobilistico, marittimo e aereo – e all’estero è la conseguenza inevitabile del contesto sociale di sfruttamento del lavoro sopra descritto.

Naturalmente un ruolo di penalizzazione dei diritti e delle attese dei lavoratori lo hanno svolto, e lo svolgono sempre più sciaguratamente, le potenti centrali sindacali borghesi della concertazione e del compromesso tra capitale e lavoro, dove i lavoratori sfruttati sono soccombenti anche a causa della mancanza di una loro coscienza di classe e collettiva che possa far valere con la lotta e non il compromesso i propri diritti negati e calpestati. Onore, sostegno di classe e vivo apprezzamento per la lotta coraggiosa che da sempre i lavoratori dell’EAV Ischia conducono a sostegno del diritto alla mobilità delle popolazioni isolane, dei propri diritti contrattuali e legislativi di dipendenti e contro le prevaricazioni dell’azienda capitalistica di Stato.

Noi abbiamo sempre indicato nell’unità di lotta sindacale, politica e sociale tra lavoratori e utenti del servizio pubblico la possibilità di sconfiggere la privatizzazione, un pericolo sempre in agguato, di potenziare e migliorare le prestazioni dell’azienda e di difendere i diritti dei dipendenti, una unità che, purtroppo, non c’è mai stata concretamente e sufficientemente e che ha consentito all’azienda di non soddisfare appieno le nostre esigenze di spostamento diurno e notturno e per tutte le contrade dell’Isola. Questo grazie innanzi tutto al sistematico disimpegno dei sindaci e delle amministrazioni locali di natura borghese e capitalistica, disimpegno che sulla nostra pelle paghiamo drammaticamente anche nei settori della giustizia, della sanità, della scuola, del trasporto marittimo, del dissesto idrogeologico, della protezione civile, eccetera.

Prima la Sepsa, poi l’Eav-Bus e oggi l’EAV, chi più e chi meno hanno trascurato le effettive esigenze di mobilità delle popolazioni isolane, mentre i Comuni e la Regione, governati senza discontinuità dai partiti della borghesia di sinistra, di centro e di centrodestra, sono stati sempre a guardare senza un intervento amministrativo ed economico risolutivo dei problemi. Così il diritto costituzionale ad una mobilità accettabile dai cittadini residenti e turisti è stata sostanzialmente calpestata.

Ecco le carenze essenziali che tutti conoscono: parco macchine obsoleto e inadeguato; mezzi che per avaria si fermano lungo le strade dell’Isola; passeggeri d’estate costretti a viaggiare quasi sempre in condizioni climatiche asfissianti per il caldo e la puzza di sudore e d’inverno al freddo per mancanza o avaria dell’impianto di condizionamento; mancanza di una pensilina per ripararsi dal freddo, dall’acqua e dal sole cocente persino ai capolinea di Ischia e di Sant’Angelo, per non parlare delle fermate intermedie, dove in cinque dei sei Comuni non ci sono le pensiline; località non collegate dal servizio pubblico o raggiunte circa ogni ora; inesistenza del servizio notturno in un’Isola dove non vi sono altri mezzi pubblici di collegamento; nel periodo invernale il servizio viene drasticamente ridotto e dimezzato nei giorni festivi; il 24, 25 e 31 dicembre e 1 gennaio il servizio viene sospeso per circa mezza giornata, con lunghe attese sulle fermate per coloro che non sanno della sospensione; autobus che troppo spesso viaggiano incolonnati e lunghi intervalli di tempo da quelli successivi; costo elevato dei biglietti e degli abbonamenti, in modo particolare per i residenti e lavoratori.

Si tratta di carenze intollerabili le cui conseguenze ricadono quotidianamente sugli isolani, sui turisti e sui dipendenti della società pubblica, costretti a lavorare in condizioni difficili per gli affollamenti alle fermate, d’estate, e a ritardi che si accumulano. Dinanzi a queste inadeguatezze del servizio pubblico l’azienda, avvalendosi di una infame norma del contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria, introdotta col consenso antioperaio dei sindacati borghesi della concertazione e del compromesso con il governo capitalistico, per non assumere lavoratori estivi stagionali, penalizzando disumanamente l’occupazione di decine di disoccupati, ha pensato bene di far lavorare di più i suoi dipendenti nel periodo estivo e di meno in quello invernale. Ciò nonostante essi siano stati già sottoposti per lungo tempo alla riduzione dello stipendio per superare la fase fallimentare dell’Eav-Bus per colpe non loro.

Di fronte al coraggioso rifiuto dei lavoratori – non disposti a sottoporsi d’estate a pesanti turni di lavoro e considerate pure le gravi carenze dei collegamenti specialmente d’inverno che, al contrario, potrebbero essere migliorati utilizzando tutto il personale disponibile, che, in verità, neppure basterebbe ad eliminare l’insieme dei disservizi che abbiamo sopra elencato – l’azienda, forte del contratto di lavoro contrario agli interessi dei lavoratori annuali e stagionali e del silenzio complice delle amministrazioni comunali e della Regione, ha stabilito di autorità che nel distaccamento di Ischia vi sono 25 lavoratori in esubero che quotidianamente devono andare a lavorare in varie località della terraferma, con tutte le conseguenze immaginabili. Sulla stampa abbiamo letto l’appello dei lavoratori considerati in esubero rivolto ai sindaci dell’Isola affinché agissero sul piano politico e amministrativo per superare gli esuberi impegnandoli per il miglioramento del servizio sull’Isola, di cui le popolazioni locali ne hanno estremamente bisogno. Purtroppo, com’era immaginabile e come è avvenuto sino ad oggi, sembra che non ci sia stato alcuno intervento. Conoscendo le loro latitanze amministrative passate sarebbe stato illusorio aspettarsi un comportamento diverso, perché si tratta di sindaci, come i governi borghesi e clericali regionali e nazionali, che la classe lavoratrice deve saper solo mandare a casa alla prima tornata elettorale.

La classe lavoratrice operaia e intellettuale pubblica e privata, con un rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato, disoccupata o pensionata locale, regionale e nazionale, a partire da quella della nostra Isola, deve finalmente prendere coscienza che per liberarsi dalla schiavitù padronale pubblica e privata, dalla complicità tra potere politico borghese, sindacale e padronale, dal disconoscimento dei diritti conquistati nel tempo, dal dramma della disoccupazione, dalla negazione di una vita dignitosa da parte dell’infame sistema economico e sociale capitalistico, eccetera, deve emanciparsi, organizzarsi e lottare idealmente, politicamente e sindacalmente dal punto di vista degli interessi presenti e futuri della classe lavoratrice oggi sfruttata e maltrattata. Il P.C.I.M-L. lotta per questa prospettiva di liberazione della classe lavoratrice e con la stessa passione e impegno attualmente è schierato a difesa dei diritti di lavoro e di vita di tutti i lavoratori dell’EAV e chiede al presidente e alla giunta regionale l’immediata revoca della condanna all’esubero per i 25 lavoratori del distaccamento di Ischia.

Isola d’Ischia, 18 dicembre 2017.

 

* Segretario generale e Consigliere comunale di Forio del P.C.I.M-L.

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