«Io pendolare, cacciato dall’aliscafo e deriso»
Una storia di soprusi che fa rabbia raccontata da un uomo umiliato e costretto a rientrare con uno degli ultimi traghetti per Ischia dopo ore di attesa nel tentativo di presentare un esposto alla capitaneria. E adesso…
Ritardi nelle corse, viaggi della speranza su barconi vetusti e stracolmi, senza servizi bigliettazione on line a discrezione e senza una coerente attuazione, in molti casi “cacciati” da bordo. Spesso una mancata garanzia di continuità territoriale per gli utenti isolani, acuita dall’assenza di buon senso da parte di operatori che dovrebbero svolgere un servizio pubblico e che invece si vestono di arroganza e presunzione scaricando sui viaggiatori (meglio se isolani) la propria frustrazione. Cancellazione di collegamenti all’ultimo minuto. Improvvisi guasti non riparabili con tempestività. Servizi a terra in tilt. Norme sulla continuità territoriale tanto elastiche da consentire alle compagnie l’impensabile: riduzione delle frequenze e abolizione improvvisa delle tratte sulle vie del mare per le isole del Golfo di Napoli con la motivazione che c’è un’allerta, un guasto imprevisto o come è accaduto nel caso di Caremar perché non vi sono navi sufficienti per garantire le linee del pubblico servizio affidate con contributo di Stato dalla Regione Campania. È davvero un inizio di stagione rovente. Complicato dalla stratificazione del disagio a carico dei cittadini delle isole di Ischia, Procida e Capri. Gli ischitani soprattutto patiscono il dramma di compagnie e istituzioni che non mantengono gli impegni e fanno il bello ed il cattivo tempo calpestando i diritti degli utenti e viaggiatori. Una vergogna pubblica, manifesta al punto da divenire indecente. È di giovedì 9 maggio l’ultimo deprecabile episodio a carico di un pendolare del trasporto di Ischia.
CACCIATO COME UN REIETTO DALL’ALISCAFO CAREMAR
Ecco il racconto di un professionista di Ischia che fa il pendolare addirittura in Toscana, costretto al doppio collegamento, alle coincidenze che giovedì è stato lasciato in banchina al molo Beverello dopo essere stato sballottato dalla biglietteria a bordo e poi cacciato dalla passerella dell’aliscafo come un reietto. Infine, deriso e sbeffeggiato per aver richiesto l’intervento dei militari di istanza al Beverello e poi per essersi recato presso la Capitaneria di porto di Piazzale Pisacane (a 20 minuti a piedi dal Beverello) che, infine, non ha voluto raccogliere il suo esposto a carico della compagnia che non aveva assolto al suo ruolo di società. Si tratta della compagnia Caremar. Perchè? Secondo gli uomini della Guardia Costiera dell’Ammiraglio Pietro Vella le “segnalazioni per i disagi e i mancati servizi delle compagnie di navigazione vanno fatte in regione”. L’uomo, Salvatore, oltre al danno ha subito la beffa di cittadino civile ed urbano, perdendo ogni collegamento diretto alle isole in attesa che le autorità intervenissero per raccogliere la sua segnalazione e costretto ad imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti per Ischia dove ha trovato lo stesso uomo e le stesse persone che lo avevano cacciato nel pomeriggio e che si son fatti beffe di lui. Costretto dopo che nessuna autorità ha voluto assolvere al suo ruolo di operatori di pubblico servizio. «Sono stato cacciato dall’ aliscafo in partenza da Napoli alle 18.15 del 09 maggio 2024. Non avevo il biglietto perché il treno su cui avevo viaggiato poco prima ha ritardato il suo arrivo a Napoli e alle 18.16 la biglietteria della Cremar aveva già chiuso. L’aliscafo però era ancora ormeggiato e sono salito a bordo. Il marinaio (ischitano come me) e l’ormeggiatore mi hanno cacciato. Volevo solo tornare a casa dopo una giornata di lavoro e un viaggio in treno. Inoltre, avrei voluto pagare il biglietto a bordo come spesso accade a tanti altri e come mi aveva consigliato lo stesso impiegato della biglietteria – spiega amaramente lo sfortunato che chiedeva solo aiuto ed un po’ di buon senso ed invece ha ricevuto solo torti ed umiliazioni – sono sceso dall’aliscafo temendo che la mia insofferenza, espressa comunque in maniera urbana, poteva degenerare al punto da diventare la causa dell’interruzione di un pubblico servizio. Ho chiesto l’intervento dell’esercito che staziona al beverello ma quando mi hanno seguito avvicinandosi alla banchina l’aliscafo aveva già mollato». Spiega l’uomo entrando nel dettaglio del perché ha provato a rivolgersi ai tutori dell’ordine ed all’autorità marittima di Napoli presso la Capitaneria di Porto.
«Quanto meno però dovevo segnalare l’accaduto. Nel frattempo, alle 18.25 circa, l’aliscafo è partito – continua Salvatore spiegandoci che a piedi dal Beverello stava raggiungendo porta di Massa e poi Piazzale Pisacane,dove ha sede la Capitaneria e che, lungo il percorso, è stato sbeffeggiato dall’operatore Caremar che lo aveva cacciato dall’aliscafo – lungo la strada lo stesso ormeggiatore, prendendosi gioco di me la prima volta, si è ‘offerto’ per accompagnarmi alla vicina Capitaneria di Porto. Ci sono arrivato a piedi da solo. La porta d’ingresso era chiusa ma una persona che stava uscendo ha ascoltato con pazienza la mia storia dicendomi che non avrei potuto denunciare in quella sede l’accaduto e con ciò ha deviato ogni mia lamentala al servizio reclami della Regione». Il triste destino e l’amara constatazione di un lavoratore che voleva solo tornare a casa ed invece è stato abbandonato alla mercè delle prese di posizione di un singolo individuo! Ma la Caremar lo sa? Sa di come viene trattata l’utenza e di chi opera in suo nome e per conto?
«Nessuno ha raccolto le mie segnalazioni, nessuno si è fatto carico di un problema che è il problema di centinaia di lavoratori e viaggiatori come me che quotidianamente te patiscono il mio dramma. Se l’aliscafo avesse già disormeggiato al mio arrivo sul molo avrei evitato ogni protesta. Ma io ci sono salito sopra senza che ne nessuno me l’abbia impedito. Il marinaio, lavoratore come me, è tornato a casa alla fine della sua giornata. Io nel tentativo che qualcuno mi ascoltasse ho perso ogni aliscafo utile. Io invece sono rimasto con l’ormeggiatore sul porto e ho atteso il traghetto delle 19.25 per fare finalmente ritorno sull’isola alle 21.15. Ancora lo stesso ormeggiatore che mi aveva cacciato da bordo e deriso sul porto ha staccato il biglietto del traghetto, implicitamente prendendosi gioco di me per la terza volta. Non esterno il mio giudizio sui fatti ma sono trascorse notti insonni e giorni a pensare che prospettive ha questo territorio, noi isolani, pendolari, e ancora ci penso, questa volta dovrei prendermi in giro da solo: io volevo solo tornare a casa, nulla di più».
La verità è una sola: quanto è accaduto giovedì si verifica sempre in qualsiasi giorno della settimana, dinanzi alla indifferenza di chi dovrebbe intervenire e non lo fa. Dinanzi alla politica isolana che tace davanti ai soprusi che è costretta a subire la sua gente, davanti alle istituzioni, le autorità, le divise (Salvatore ci ha raccontato un fatto) che sovente si girano dall’altra parte. Se continuiamo a tollerare queste situazioni, questi atteggiamenti, d’ora in avanti, tutti subiranno lo stesso effetto negativo, basterà una banale anomalia, un banale scatto di personalità del primo incaricato di bordo per essere cacciati da bordo, per essere lasciati in banchina. L’auspicio è che le istituzioni, i vertici Caremar, ma lo stesso Ammiraglio Vella vogliano intervenire facendo chiarezza sull’accaduto.
La solita arroganza di persone in sensibili
E metto la mano sul fuoco anche su chi è questo dipendente….
Non so chi è più ridicolo tra l’ormeggiatore e il marinaio
Non è l’unico episodio, io da anni vado a Ischia come turista minimo ci rimango 20 giorni, gli aliscafi non sappiamo mai se partono ma non per il tempo ma per convenienza , come l”alilauro, da forio, per un incidente sono arrivata in ritardo e l’aliscafo era partito, ho trovato un passaggio per Ischia porto, visto che lo stesso attraccava li, sono arrivata di corsa e gli addetti compreso il comandante si sono rifiutati di farmi salire , perché a detta di loro dovevo fare un altro biglietto quello che avevo era per salire a forio(stavano partendo ma c’era ancora la scaletta). Ma dico io l’aliscafo era quello, semmai avevo pagato di più visto che era da forio, in più ho perso il treno e ho dovuto rifare il biglietto. Non ci sono parole per commentare questo fatto non solo per il disagio i soldi ma il principio che una signora non si lascia mai lì in banchina la soluzione si trova, oltretutto sono una fautrice della galanteria partenopea, è stata una grossissima delusione, la compagnia aimé poco seria, ho esposto reclamo ma nemmeno li si sono comportati da gentiluomini ammettendo la mancanza. Spero in futuro specialmente per chi fa il pendolare certi episodi non si verifichino più.
Traghetto da Pozzuoli per Casamicciola con partenza alle 10:15, stava facendo rifornimento e nonostante sia io che altre persone che aspettavamo di imbarcare abbiamo esposte lamentele a due della capitaneria, il traghetto è partito alle 10:45. Il traghetto è arrivato a Casamicciola alle 11:55 anziché le 11:25. Oltretutto quei gran fenomeni dell’equipaggio avevano fatto imbarcare un fattorino per delle consegne a Procida nelle retrovie, e giunti a Procida non è potuto scendere perché aveva due camion davanti e il fenomeno dell’equipaggio gli ha risposto che lo avrebbero fatto scendere alla prossima corsa quando il mezzo sarebbe ripartito per la terraferma. ASSURDO.
È capitato anche a me ma diversamente. Un giorno, il mare non era agitato ma leggermente mosso, avevo l aliscafo di ritorno caremar alle 20: 05( napoli ischia) , fino alle 19 00 era segnato che partiva non lo portava in rosso, quando arrivo al beverello ed erano le 19 30, tutti gli sportelli erano già chiusi non c era nessuno che ti potesse dare informazioni e non c era nemmeno l aliscafo delle 20 20, anch esso sospeso, faccio una corsa a calata di massa dove arrivo in 7/8 min per cercare di prendere il traghetto della stessa caremar che doveva partire alle19 25 con la speranza che almeno avessero avuto un po’ di buon senso, di umanità e di cervello di partire quanto meno con 15 minuti di ritardo visto il disagio che avevano procurato agli utenti,essi stessi sospendendo la corsa all ultimo momento, per dar modo di farci rientrare a casa. Invece niente mi sono ritrovata alle 19 40 sola sul porto con una ragazzina di 15 anni fino alle 22 05 che è partito l ultimo traghetto. Faceva veramente freddo ed eravamo stanche morte, l indomani la ragazza aveva scuola ma arrivando a casa quasi alla mezza si è dovuta anche assentare. Preciso che non eravamo scese per svago. Cmq quelli della biglietteria mi hanno riso in faccia quando ho presentato questa lamentela. È uno scandalo
Il signor Salvatore ha pienamente ragione è capitato anche a me decine di volte di restare a terra sia a piedi che con l auto accompagnare un malato oncologico che a malappena si regge in piedi è davvero una via crucis credetemi non c’è professionalità incominciando dalle biglietterie per poi non parlare dei servizi pubblici di Ischia eav bus una vergogna
Sia chiaro che se queste persone lavorano è per offrire un servzio all isola di ischia agli isolani. Ci vuole rispetto occorre formazione educazione professionalità. Timbrare un cartellino non vuol dire lavorare. Che si prendano provvedimenti seri in merito. Se salgo su un treno av l operatore è educato professionale formato se salgo su aliscafo o peggio traghetto sembra di stare su nave di contrabbando. Perchè i soldi spesi per viaggiare valgono di meno? Riflettete compagnie e se non vi va piu di offrire un servizio ritiratevi fate spazio a nuove proposte fate spazio a chi ha compreso che anche ischia è nel 2024
Fermo restando che lei stava senza biglietto, ma con un po di diligenza e disponibilità il personale di bordo, per lo più vostro concittadini poteva fare il biglietto, ma la cosa assurda è che un marinaio prende iniziativa, e il comandante dove stava?? È responsabilità su tutto quello che succede a bordo del comandante della nave, unico e solo responsabile, per tanto a mio modesto avviso va denunciato tutto alla compagnia, ma maggiormente il comportamento latitante del comandante della nave. CMQ Sicuramente se al posto di una persona perbene ci fosse stato un poco di buono, magari che a quel marinaio lo avrebbe incominciato ad apostrafare e a prenderlo come una mappina, Sicuramente avrebbero messo la coda fra le gambe o la lingua nel culo e lo avrebbero fatto imbarcare.
PURTROPPO QUESTI SONO I CASI CHE L’ ESSERE TROPPO PERBENE ED EDUCATI A VOLTE NON PORTA A NULLA.
È una vergogna, un disagio personale, fisico e psicologico per una persona che vive una esperienza del genere, un ormeggiatore o un marinaio che si arroga l’autorità di far scendere dalla nave un passegero.
Spero che la compagnia o chi di dovere adotti le giuste contromisure contro abusi e soprusi, la Capitaneria poi che se ne lava le mani, boh!! Che dire..
Viva il buon senso.
Un articolo scritto ad arte ma purtroppo senza il nome della vittima, impedendone la verità sull’accaduto.
Vergogna!!! Si deve poter fare il biglietto a bordo per evitare comportamenti camorristici e vessatori nei confronti della gente perbene che non ne può più di certi bifolchi
Non succederà un bel niente ,perché il tuo reclamo è di 1000 persone ma solo tu sei stato capace di farlo
Basterebbe semplicemente il biglietto digitale con il QR come si fa per treni ed aerei…Da Napoletana non ho mai capito perché nel 2024 obbligano ancora le persone a fare il biglietto cartaceo come quando ero bambina negli anni 80. Invece no: anche se compri on line pagando persino un supplemento per aver prenotato (acquisto non annullabile, non semplice prenotazione), ti costringono a passare per la.biglietteria per la stampa del biglietto cartaceo prima dell’imbarco.. ASSURDO.
Tranquillo per questa gentaglia, trogloditi ci penserà il karma.
I bagni fanno pietà,manca sempre la carta ed il sapone, ho viaggiato spesso Pozzuoli Ischia su di un traghetto inclinato di oltre 5 gradi a sinistra,addetti al parcheggio di bordo
Arroganti e maleducati.
Sono d accordo con l utente beffato…il disservizio è sempre piu palese e la scostumatezza imperante pur pagando a caro prezzo
i biglietti
Vergogna! In Italia troppa gente impunita, dal piccolo al potente… Chi sbaglia deve essere ripreso e pagarne le conseguenze! Anche l’educazione e il giusto comportamento devono essere un parametro per giudicare la qualità di un lavoro.
Uno schifo e basta. Se veramente qualcuno, in grado, intervenisse a ripristinare doveri e comportamenti del personale (che tra l’altro in caso di amici o parenti fanno anche salire e viaggiare senza problema) sarebbe tutto più civile.
Solidarietà a una persona che andava aiutata a risolvere un problema non causato da lui e che come racconta “voleva solo tornare a casa dopo una giornata di lavori d viaggio”