LE OPINIONI

IL PUNTO Il disastro di Scampia e la vergogna disumana delle Vele

I fatti di Scampia con il crollo che ha seminato lutti e dolore ed ha fatto emergere un pauroso contesto di sospensione di civilta’ e negazione dei livelli essenziali di prestazioni e servizi incivile e drammatico con la sofferenza di duemila persone tra degrado, rifiuti, abbandono e pericoli e’ una realta’ che si voleva rimuovere e che invece ha una immensa portata. Si pensi che l’emergenza, gli sgomberi, l’assistenza a a Scampia hanno richiesto le stesse risorse urgenti del terremoto di Casamicciola del 2017 per mobilitazione ed esigenze di erogazione di cibo e alloggi con il corollario di vive,proteste per carenze di assistenza sanitaria.

Di fronte a incertezza e ritardi un gruppo di persone coinvolte dai fatti ha gia’ dato luogo alla occupazione di una parte degli immobili dell’Universita’ di Napoli dislocati a Scampia bloccando l’operativita’ dell’Ateneo. Ma quante sono le Scampia e i rioni 167 delle case popolari cosi’ degradate a Napoli e nel Sud? Bambini giocano come riferisce Il Mattino di oggi tra grovigli di fili penzolanti mentre perdite di acqua dai piani alti formano per cosi dire cascate, che terminano in laghetti di melma; mentre intorno crescono rovi e installazioni abusive. E nelle Vele parti pericolanti, disfunzioni, anomia e anarchia. Piu’ che il Rinascimento di Napoli, Scampia ne e’ l’inferno. Ma alle banche alle societa’ dei servizi e agli intellettuali snob non fa piacere incontrare i dannati preferiscono i salotto, le barche di lusso, le cene ricercate.

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