CRONACAPRIMO PIANO

«Il linguaggio della verità a difesa dei cittadini»

Lettera aperta a Il Golfo di Giovanni Legnini che risponde alle critiche mosse dai tecnici isolani. Il commissario snocciola i dati ed evidenzia una pachidermica lentezza con cui sono stati presentati i progetti poi spiega: «Sono sempre stato vicino ai tecnici e non voglio alimentare polemiche ma con questo ritmo occorrerebbero 20 anni per progettare tutti gli edifici danneggiati»

DI GIOVANNI LEGNINI

Caro Direttore,

a proposito della nota dell’Associazione dei Tecnici Sisma Ischia, di cui il quotidiano Il Golfo si è occupato con un articolo pubblicato ieri, venerdì 26 aprile, avverto il dovere di far conoscere la mia posizione su un tema cruciale per il futuro della ricostruzione.

Dal primo giorno del mio mandato commissariale , ho ricercato e sviluppato il dialogo con le professioni tecniche, nella piena consapevolezza che il loro apporto è di decisiva rilevanza per la ricostruzione a Ischia, come altrove. Numerosissimi sono stati gli incontri con le loro associazioni, che vengono sistematicamente invitate a tutte le occasioni di confronto , e con i singoli professionisti con i quali peraltro i miei collaboratori dialogano quotidianamente . Spesso le loro proposte sono state accolte, contribuendo a migliorare le decisioni via via assunte. Anche con l’ultima ordinanza, parte delle loro proposte sono state recepite, quali ad esempio un mese in più nella scadenza dei termini fissati per le domande, il pagamento diretto dei SAL ai professionisti e alle imprese , la fissazione di termini per i Comuni per la conclusione delle pratiche di condono ed altro. Con mie precedenti ordinanze l’opera professionale dei tecnici è stata qualificata di pubblica necessità, le tariffe sono state adeguate, è stata introdotta l’anticipazione del 50% dei compensi alla presentazione dei progetti, sono stati migliorati diversi aspetti delle procedure amministrative . Sono state, inoltre, fornite risposte e pareri a fronte di decine di quesiti.

La volontà della gestione commissariale non è certo quella di alimentare polemiche, ma piuttosto quella di migliorare ancora i rapporti nell’esclusivo interesse dei cittadini colpiti dal sisma e dalla frana. Tuttavia, proprio i sacrosanti diritti dei cittadini e il troppo tempo trascorso, quantomeno dal terremoto, impongono il linguaggio della verità e la completezza delle informazioni , principi ai quali mi sono sempre ispirato . Dal sisma del 2017 ad oggi sono state presentati complessivamente 106 progetti, su oltre mille edifici da ricostruire, dei quali 85 sono stati accolti con la concessione del contributo, 19 sono in istruttoria presso i tecnici o i comuni, mentre solo 2 sono stati respinti. Nel 2023 i progetti presentati, condoni a parte che pure vanno a rilento, sono stati 37, nei primi 4 mesi di quest’anno sono stati depositati solo 4 progetti, uno al mese. Se si proseguisse con questo ritmo occorrerebbero più di 20 anni ancora per progettare tutti gli edifici danneggiati.

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Comprendo che le incertezze e i nuovi vincoli apposti dopo l’evento alluvionale del novembre 2022, hanno contribuito a tale rallentamento, così come la mancata conclusione, ad oggi, del piano stralcio del PAI e del Piano della ricostruzione, che la legge attribuisce non al Commissario ma all’Autorità di Bacino e alla Regione . Questa è una delle ragioni, insieme alla necessità di fornire certezze ai cittadini, per le quali sono stati fissati con la nuova ordinanza termini precisi, non solo per i tecnici, ma anche per l’approvazione definitiva del PAI (31 maggio) e per l’adozione del piano di ricostruzione (30 giugno) con la piena condivisione dell’Autorità di Bacino e della Regione.

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Ma le cause della lentezza nella presentazione delle domande non sono tutte riconducibili al più recente evento catastrofico o alla mancata, sino ad oggi, pianificazione . Nè si può ritenere che la classificazione degli edifici in quattro categorie, corrispondenti ad altrettante discipline ricostruttive, costituisca fattore di rallentamento. Al contrario, per più di 500 edifici, si può progettare ed aprire i cantieri senza attendere nè il piano nè altro, per altri 280 edifici si può avviare la progettazione ma, prima dell’emanazione dei decreti di concessione, occorrerà attendere l’approvazione dei progetti pubblici di messa in sicurezza delle aree, mentre solo per il resto degli edifici occorrerà attendere il Piano della ricostruzione. Le nuove colorazioni, al contrario, che sono state condivise con la Regione quale ente titolare del potere pianificatorio, sulla base della carta dei rischi elaborata dall’Autorità di Bacino, rappresentano una dato di certezza per i cittadini e se vi fossero limitatissime imprecisioni, potranno essere adeguatamente esaminate caso per caso.

Le cause della lentezza della ricostruzione privata sono, invece , da ricondurre anche – e forse soprattutto – alla sproporzione tra il numero delle progettazioni private e pubbliche (oltre alle sanatorie edilizie che seguono un ritmo analogo) che servono per ricostruire in tempi ragionevoli , e il numero dei tecnici disponibili che è assai ridotto in rapporto alle necessità. Non è mai stato posto, nè è proponibile, un tema di “colpe” dei tecnici, i quali in quanto liberi professionisti possono, appunto, organizzarsi e rendere le loro prestazioni professionali come ritengono di poter fare. Ma ciò non toglie, che il numero dei tecnici che lavorano alla ricostruzione sia insufficiente: occorrono più tecnici (e più imprese) che lavorano alla ricostruzione, non più tempo per i pochi tecnici disponibili.

Di fronte ai dati suindicati , la struttura commissariale non poteva continuare solo a sperare in un miglioramento dei tempi di deposito o a solleciti che, quotidianamente, vengono rivolti agli interessati. Occorreva fare di più ed ho assunto la responsabilità di provare produrre una svolta anche per la ricostruzione privata, i cui effetti valuteremo nei prossimi mesi. L’articolato intervento contenuto nell’ordinanza speciale n. 8 del 24 aprile , risponde a tale necessità, contribuendo a comporre ormai gran parte del mosaico della ricostruzione, che si completerà con gli atti di pianificazione di cui si è detto. Dunque, è giunto il momento nel quale ciascuno è messo di fronte alle proprie responsabilità , alle quali la struttura commissariale non si sottrarrà. E la necessità di produrre tale svolta non è stata una decisione solitaria del Commissario ma il frutto di una condivisione con i Sindaci, con la Regione, l’Autorità di bacino e i cittadini, che in vario modo hanno contribuito a migliorare il testo regolatorio che, per la prima volta nella storie delle ricostruzioni in Italia, stabilisce un nesso molto stretto tra le opere di messa in sicurezza del territorio (in corso di esecuzione, di progettazione e di pianificazione ) e la ricostruzione privata e pubblica.

Si è trattato di un’opera compositiva difficile poichè dovevano convergere le volontà e le elaborazioni di molteplici attori istituzionali, che alla fine dei confronti svolti hanno espresso condivisione. E sempre per la prima volta, apposti i termini per il primo blocco di edifici, che rappresentano circa la metà di quelli danneggiati, si introduce un meccanismo sostitutivo se i progetti non saranno presentati nei termini . L’intervento sostitutivo da parte del Commissario si avvale dell’accordo con gli Ordini Professionali di Napoli degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geometri e dei Geologi ai quali, in virtù di una convenzione che sarà a breve stipulata, si richiederà di formare un elenco di professionisti da mettere a disposizione dei cittadini, disponibili a produrre i progetti entro i termini previsti.

Le porte della struttura commissariale sono e saranno sempre aperte ai Tecnici e alle loro associazioni, oltrechè ai cittadini, per migliorare tutto ciò che è migliorabile. Nei prossimi giorni , dopo il visto dell’ordinanza da parte della Corte dei Conti , ci sarà un evento pubblico, aperto alla partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella ricostruzione, per spiegare nei dettagli i contenuti dell’ordinanza speciale del 24 aprile. Ma dall’indirizzo assunto non si può recedere se vogliamo vedere rinascere Casamicciola e gli altri territori colpiti da due eventi catastrofici, ricostruendo in tempi ragionevoli nel segno della sicurezza , della sostenibilità e di una ragionevole celerità.

COMMISSARIO STROARDINARIO ALLA RICOSTRUZIONE POST SISMA E POST FRANA

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