CRONACAPRIMO PIANO

«Caos e confusione, intervenga il governo»

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali arrivano le parole del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale che si dice sorpreso dagli eventi e spiega: «Resto perplesso, anche le sentenze dicono tutto e il contrario di tutto

La recente sentenza del Consiglio di Stato che ha chiuso il contenzioso giudiziario innescato da un operatore balneare di Rapallo, che chiedeva la riforma di una precedente sentenza del Tar Liguria, ha finito col sancire un principio che sa tanto di effetto boomerang: le concessioni demaniali si intendono scadute lo scorso 31 dicembre 2023, le proroghe concesse fino al 31 dicembre 2024 sono da ritenersi nulle e dunque le amministrazioni locali devono provvedere a bandire le gare. Una vera e propria mazzata anche per tante aziende isolane e che ha sorpreso anche gli enti locali. Stupore ed incredulità che non nasconde nemmeno il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale: «Resto perplesso dal clamore che ha suscitato la notizia, di fatto l’unica novità è che aumenta la confusione legislativa, in particolare per le aziende balneari e quel che è peggio è che tutto questo succede nel momento in cui la stagione turistica parte e capirete che ci troviamo dinanzi a un problema. In effetti il Consiglio di Stato non fa altro che ribadire che bisogna fare le gare, poi però con propria ordinanza sostiene nel contempo che non si possono bandire perché mancano una serie di criteri nella valutazione dell’indennizzo ai concessionari eventualmente uscenti e questo crea ancor maggiore caos. Davanti a questo stato di cose, credo che sia un sindaco che un operatore balneare si attendano chiarezza, ma chi la deve fare? Tocca al governo, alla politica, chiamato a impugnare davanti alla Corte Costituzionale i provvedimenti del Consiglio di Stato e dunque fare chiarezza anche dal punto di vista legislativo e dell’applicabilità delle norme e quindi anche di una eventuale proroga. O ancora mettere un punto fermo con una legge che però sia anche euro convincente perché la partita si sta giocando anche (anzi, soprattutto) nel trovare una soluzione con l’Europa. C’è poco da fare e da dire, adesso che la questione è approdata nelle aule giudiziarie la palla passa inevitabilmente al governo»

Il primo cittadino del Comune del Fungo non si ”trattiene” e prosegue la sua disamina: «Vedi, in fondo gli operatori avranno pure il diritto di sapere di che morte bisogna morire. Non a caso, quando si è scesi in piazza a Roma, non lo si è fatto contro il governo, ma per chiedere allo stesso di ricevere indicazioni chiare e precise: per il resto il convincimento della magistratura amministrativa ed il suo orientamento erano ben chiari prima ancora di questa recente sentenza. Speriamo che queste determinazioni arrivino presto, non possiamo dimenticare che il settore vanta 30.000 aziende sul territorio nazionale, la maggior parte delle quali sono a conduzione e carattere familiare. C’è gente che in questo comparto ha messo gli investimenti di una vita, persone che non possono continuare a vivere con questo perenne senso di precarietà». Pascale aggiunge: «Poi c’è un altro problema di fondo, che prescinde anche dal dilemma “gare sì gare no”. In mancanza di una norma chiara, noi ci troviamo alcuni enti che assumono delle determinazioni, altri che ne assumono altre, insomma c’è il rischio concreto di trovarci un criterio non omogeneo di applicabilità di determinanti provvedimenti e comportamenti politico istituzionali diversi da Palermo a Trieste e questo rappresenterebbe un paradosso clamoroso oltre che imbarazzante»

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

1 Comment
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Giodicanio

È chiarissimo per tutti tranne per voi!

Pulsante per tornare all'inizio
1
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex